Era il lontano 1953, quando, all’età di 18 anni, decisi di seguire le orme di mia sorella maggiore, Dorotea, che già dal ’46 lavorava a Uster in Svizzera.
Quelli erano anni difficili in Italia, anni del dopoguerra e il lavoro scarseggiava. Prima di partire per la Svizzera servivo nelle case delle famiglie più benestanti e facevo ceste in vimini da un artigiano di Cimadolmo, ma non era abbastanza.
Come me, tante altre giovani ragazze italiane partirono in quel periodo, lasciavano la famiglia per mesi o, il più delle volte, anni per andare a lavorare all’estero e poter mandare soldi a casa. La destinazione, nella maggior parte dei casi, era proprio quella: la vicina Svizzera.
Per recarsi in Svizzera, pero, servivano degli accordi con qualcuno del luogo che ti invitasse ad andare a lavorare lì. In sostanza, non ci si poteva andare senza essere invitati. Per me fu facile visto che…
View original post 1,489 more words